Nel contesto delle crescenti sfide globali del cambiamento climatico, un team di ricercatori internazionali ha introdotto una piattaforma innovativa mirata a rispondere a una delle domande più pressanti del nostro tempo: fino a che punto il cambiamento climatico influenza gli eventi meteorologici estremi?
Il recente rapporto del Gruppo Intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (IPCC) ha sottolineato l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico su scala globale, mettendo in evidenza un’accelerazione dei fenomeni meteorologici estremi e il loro impatto devastante su ecosistemi cruciali e sulla società.


In questo contesto, un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con il Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS), l’Università di Uppsala in Svezia e il Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam (ICTP) di Trieste, ha diretto la loro attenzione verso eventi meteorologici estremi verificatisi questa estate, tra cui la tempesta extratropicale Poly che ha colpito l’Europa centrale, l’ondata di calore Cerberus che ha imperversato nel Mediterraneo centrale e le intense precipitazioni che hanno colpito le isole del Mediterraneo e il Nord Italia a fine agosto.
“Il nostro obiettivo principale con questo progetto è di fornire una rapida analisi sull’impatto del cambiamento climatico e della variabilità naturale sugli eventi meteorologici estremi”, spiega Tommaso Alberti, uno dei ricercatori dell’INGV. “Ci concentriamo su specifici fenomeni come cicloni, ondate di calore e precipitazioni intense, allo scopo di ottenere chiarezza immediata sulle influenze delle emissioni antropogeniche su tali eventi.“
La piattaforma, denominata Climameter, offre una rappresentazione grafica chiara e dettagliata sull’origine di questi eventi, indicando se siano di natura naturale o antropica. Questo strumento è progettato per essere facilmente accessibile a un vasto pubblico, dal mondo scientifico ai professionisti dell’informazione, alle autorità istituzionali e ai cittadini interessati.
“La nostra metodologia”, continua Alberti, “si basa sulla ricerca di condizioni meteorologiche simili a quelle che hanno causato l’evento estremo di interesse utilizzando dati disponibili a partire dal 1979, l’inizio dell’era satellitare. Analizziamo i dati di quel periodo per comprendere come le condizioni meteorologiche siano cambiate nel tempo e se tali cambiamenti siano attribuibili alla variabilità climatica naturale o al cambiamento climatico antropogenico. Utilizzando dati storici reali invece di simulazioni di modelli numerici, siamo in grado di fornire una prospettiva chiara e immediata sugli effetti del cambiamento climatico.“
La piattaforma Climameter è già operativa ed è accessibile all’indirizzo https://www.climameter.org/home, dove sono disponibili ulteriori dettagli e informazioni intuitive. Guardando al futuro, questa piattaforma potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nella formulazione di strategie di mitigazione e adattamento ai continui effetti del cambiamento climatico.