Byung-Chul Han, attraverso una disamina penetrante della realtà digitale che ci circonda, ci invita a una riflessione profonda sulle metamorfosi del reale nell’era dell’informazione. Han analizza come il diluvio informativo, e la crescente importanza delle “non cose”, stia alterando profondamente la nostra percezione del mondo, della memoria e, in ultima analisi, di noi stessi.
Il libro si apre con un’analisi delle “non cose”, ovvero le informazioni, che secondo Han stanno sostituendo il mondo materiale delle cose. Questa trasformazione, sostiene, sta portando a una “derealizzazione” del mondo, in cui la realtà stessa viene digitalizzata e ridotta a pura informazione. A causa di ciò, la storia e la memoria, fondamentali per la nostra comprensione e connessione con il mondo, vengono frammentate e indebolite.
“L’informatizzazione del mondo trasforma le cose in “infomi”, agenti che elaborano informazioni”, Byung-Chul Han
Una delle parti più affascinanti del libro è l’analisi di Han sulla distorsione causata dall’overload informativo. Egli sostiene che, a un certo punto, le informazioni cessano di informare e iniziano a deformare. L’informazione in eccesso, invece di illuminare, tende ad oscurare, portandoci in una “società post-fattuale” in cui la distinzione tra vero e falso viene erosa.
Han non si ferma alla mera critica, ma esplora anche le implicazioni profonde di questa trasformazione. L’individuo moderno, sostiene, è bombardato da informazioni ma spesso rimane senza una vera comprensione. Ciò si riflette nelle nostre interazioni con la tecnologia, dove i libri vengono ridotti a ebook e la comunicazione diventa sempre più digitale e meno personale.
Le riflessioni di Han sulla solitudine nell’era digitale sono particolarmente incisive. Mentre la comunicazione si intensifica, la vera connessione con l’Altro viene persa. Questa ipercomunicazione, secondo Han, è sintomo di una profonda solitudine e di un senso di vuoto.
Nella sua critica, Han si rifà a numerosi pensatori, da Heidegger a Nietzsche, sottolineando come la perdita del reale porti a una perdita di sé. Tuttavia, mentre la sua analisi è penetrante, a tratti può sembrare troppo deterministica e apocalittica. La sua visione del futuro digitale appare dominata da una sensazione di disperazione e rassegnazione.
“Se ogni cosa è preventivabile, la felicità scompare.” – Byung-Chul Han
“Le non cose” edito da Einaudi per Stile Libero Extra è un libro provocatorio e profondo che sfida il lettore a riflettere sulle trasformazioni in corso nel mondo digitale. Pur con alcune limitazioni, la visione di Han offre un contributo significativo al dibattito sulla natura della realtà nell’era dell’informazione. È una lettura essenziale per chiunque sia interessato alle implicazioni filosofiche e sociali della digitalizzazione.