L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), in occasione della Giornata Mondiale della Meteorologia che si è celebrata ieri 23 Marzo, ha pubblicato ufficialmente il nuovo Atlante Internazionale delle Nubi.
Il sistema di classificazione delle nubi attualmente adottato venne ideato nel 1803 da Luc Howard, autore del volume ‘The essay on the modification of clouds’ in cui si attribuiscono alle nuvole nomi latini. Il catalogo prevede circa cento diverse combinazioni e tipologie, ottenute da dieci generi di nubi, suddivisi per specie. In Italia un grande contributo di conoscenza venne da Luigi Taffara (1881-1966) con la sua opera ‘Le nubi‘, pubblicata nel 1917 e composta di una parte descrittiva e una seconda parte a forma di atlante.
“Rispetto al passato”, spiega Marina Baldi dell’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibimet-Cnr), “il nuovo atlante presenta alcune importanti novità: oltre alle nubi classiche vengono per la prima volta introdotte le nubi speciali: l’Homogenitus, il nome dal latino che significa ‘nubi dovute alle attività umane’, quali le scie di condensazione o contrails generate dagli aerei, quelle che una ‘bufala’ purtroppo diffusa definisce ‘scie chimiche’, e le Asperitas: nubi dalle forme convolute e drammatiche, che ricordano la superficie di un oceano in tempesta. E’ stata inserita nell’Atlante anche la specie Volutus, dal latino ‘che si avvolge’, che comprende le roll clouds, enormi rotoli di vapore simili a un cilindro o rotolo, a volte arrotondati e disposti orizzontalmente”.
Tutti coloro che vogliano prenderne visione possono accedere all’edizione digitale, al link https://www.wmocloudatlas.org/home.html.
Per trovare una nube basta collegarsi al link https://www.wmocloudatlas.org/search-image-gallery.html
dove, tramite un percorso guidato si giunge alla foto e alla descrizione della nube o più semplicemente, cliccando sulle foto si ha la descrizione.