Nell’Auditorium di Bagnoli Futura a Napoli si è tenuta la giornata di approfondimento tra i ricercatori specializzati nello studio della caldera flegrea per discutere i progressi della conoscenza e del monitoraggio dopo 11 anni di livello di allerta giallo.
La giornata riservata al mondo scientifico, organizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e sostenuta dal Dipartimento della Protezione Civile, ha visto l’analisi dei vari aspetti della caldera osservati negli ultimi anni e ha messo a confronto i dati e gli studi fin qui elaborati.
Dallo stato attuale della caldera flegrea alle deformazioni del suolo e del costruito mediante tecniche satellitari, dallo sviluppo delle reti di monitoraggio nella parte sommersa della caldera Flegrea alla capacità previsionale a breve termine delle eruzioni: i ricercatori hanno affrontato tutti gli aspetti più rilevanti emersi dagli studi e dal monitoraggio del vulcano campano.
“È stato un momento di condivisione e di confronto sui più recenti risultati della ricerca scientifica, sullo stato di attività della caldera Flegrea e anche su quello dei sistemi di monitoraggio multiparametrico“, ha dichiarato Francesca Bianco, Direttrice del Dipartimenti Vulcani dell’INGV. “Gli studi sulla pericolosità, sull’applicazione di modelli complessi per simulare la dinamica del sistema di alimentazione magmatica, sulla propagazione dei fluidi verso la superficie e le evidenze sulle caratteristiche crostali della caldera, mostrano sempre più la necessità dell’interazione tra tutte le competenze per avere gli strumenti idonei per realizzare, per quanto probabilisticamente, i migliori scenari di evoluzione a medio e breve termine“, continua Bianco, che conclude “Le relazioni di oggi hanno fornito, inoltre, importanti spunti di riflessione sui potenziamenti in corso di realizzazione sui sistemi di monitoraggio, essenziali per garantire un sempre maggiore dettaglio nella descrizione dello stato del vulcano“
Mauro Antonio Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, ha precisato: “L’attività dell’Osservatorio Vesuviano beneficia enormemente dal confronto tra i risultati delle ricerche scientifiche che spesso sono sviluppati in collaborazione con Centri di ricerca e Università italiane ed estere. Il workshop di oggi rappresenta sicuramente un punto fermo da cui partire sempre più velocemente e meglio per il monitoraggio, lo studio e le ricerche sui nostri vulcani ma, soprattutto, sulla caldera dei Campi Flegrei che è tra le più approfonditamente studiate al mondo e che offre spunti e prospettive notevoli per la comprensione della dinamica di vulcani in unrest. La sinergia e il confronto con tutti gli enti locali, regionali e nazionali di Protezione civile contribuirà alla gestione sempre migliore di questo territorio a partire dalle sue peculiarità, caratteristiche, potenzialità e, non ultimo, pericoli“.
“Abbiamo promosso e condiviso questa iniziativa perché sappiamo quanto sia strategico per il Servizio nazionale della protezione civile il contributo della comunità scientifica, struttura fondamentale del sistema“, ha dichiarato Titti Postiglione, Vice Capo Dipartimento della Protezione Civile. “In aree così complesse, come quella dei Campi Flegrei, questa sinergia è fondamentale. Stiamo parlando di uno dei vulcani più studiati e monitorati al mondo e sappiamo che ogni segnale, ogni anomalia, viene registrata, analizzata e interpretata anche per fini di protezione civile. Ma si può fare ancora di più e quanto abbiamo ascoltato oggi deve essere di stimolo per tutti“, ha proseguito Postiglione, concludendo “La partecipazione alla conferenza di oggi anche dei colleghi della Regione e della Prefettura di Napoli, dei Sindaci e tecnici della zona rossa flegrea, è testimonianza di un lavoro di squadra orientato alla prevenzione, che vede un impegno quotidiano in attività di aggiornamento della pianificazione, di formazione e di sensibilizzazione sul rischio“.
"È stato molto importante riunirsi e confrontarsi sullo stato delle conoscenze e dello sviluppo necessario al potenziamento delle reti osservazionali", ha affermato il Presidente dell'INGV, Carlo Doglioni. "La caldera dei Campi Flegrei è oggetto di un monitoraggio continuo multiparametrico e l'attenzione dei ricercatori è massima per scorgere in ogni suo evento anche la più piccola variazione del sistema vulcanico", ha proseguito il Doglioni. "L'INGV, e in particolare la sua Sezione di Napoli Osservatorio Vesuviano, da sempre è impegnato nella fondamentale attività di ricerca, monitoraggio e sorveglianza. Quanto più è approfondita la conoscenza del sistema vulcanico, migliore sarà la possibilità di poter rilevare eventuali disequilibri che possano dare indicazioni fondamentali per le eventuali azioni da parte del sistema di protezione civile in una zona così densamente popolata", ha concluso il Presidente Doglioni.