Ripubblichiamo (visto il grande numero di richieste pervenute in redazione) l’intervista del 2011 al Prof. Uberto Crescenti, scusandoci per la temporanea scomparsa dell’articolo. Buona lettura.
Centinaia di e-mail, sottratte dagli hacker dai computer della University of East Anglia, in Gran Bretagna, svelano che autorevoli ricercatori e scienziati, inglesi e americani, hanno forzato e in qualche caso alterato i dati in loro possesso, concordando vere e proprie strategie di comunicazione per convincere l’opinione pubblica della critica situazione della Terra. TimeStars ha intervistato a riguardo il Professore Uberto Crescenti.
TimeStars – Prof. Crescenti, pochi giorni fa lo scandalo dei dati ritoccati, rivelato dal New York Times, ha fatto riesplodere la disputa pubblica sui danni veri o presunti causati dai gas serra alla sostenibilità climatica del pianeta. Che idea si è fatto della notizia?
Crescenti – Da tempo temevo che certi organismi pseudoscientifici, piuttosto fortemente influenzati politicamente, operassero in maniera poco corretta. La notizia del New York Times è pertanto in linea con la mia preoccupazione.
TimeStars – Quali sono le implicazioni di quanto successo? E’ possibile un dibattito scientifico fondato su dati “trattati”?
Crescenti – La correttezza del trattamento dei dati è alla base di ogni disputa scientifica. Poiché sul tema Clima-Uomo, al di là di quanto viene diffuso dai mass media, non esiste una condivisione generale da parte degli scienziati, ma la schiera dei cosiddetti “scettici” o “negazionisti” è molto grande e almeno pari a quella dei catastrofisti, i Governi dovrebbero tener conto di questa situazione e non avvallare l’adesione al Protocollo di Kyoto, basato sulla incertezza scientifica e troppo costoso. Condivido l’atteggiamento saggio del Presidente della Repubblica Ceca, Vàclav Havel, che nel 2007 dichiarò alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici: ” Noi dobbiamo scegliere. Una risposta razionale dipende – come sempre – dalla dimensione e dalla probabilità del rischio e dall’entità dei costi per evitarlo. Come responsabile politico, con tutti i dati disponibili e gli argomenti in mente, devo concludere che il rischio è troppo piccolo e i costi per eliminarlo troppo grandi e che l’applicazione di un principio di precauzione interpretato in modo fondamentalista è una strategia sbagliata”.
TimeStars – Quando sentiamo parlare di “disputa”, la prima cosa che ci viene in mente è il tenore delle notizie sui media italiani. Non sembra esserci traccia di tesi antitetiche a quelle cosiddette “catastrofiste”… Lo stesso scandalo delle email rubate ha resistito solo 24 ore sulle prime pagine. Dov’è il dibattito?
Crescenti – Gli “scettici” purtroppo non trovano accesso e sostegno dai mass media e pertanto appaiono una schiera poco numerosa Lo scorso anno presso il Politecnico di Milano fu presentato un volumetto, pubblicato da 21mo Secolo, dal titolo :”La Natura, non le attività dell’Uomo, governa il Clima”. La pubblicazione era una sintesi di un volume di oltre 600 pagine con cui una associazione spontanea di scienziati autodefinitisi N-IPCC di tutto il mondo avevano smontato, capitolo per capitolo, i risultati presentati dall’IPCC nel 2007. A questo rapporto presentato da un famoso scienziato S.Fred Singer, hanno aderito oltre 30.000 scienziati di tutto il mondo, a dimostrazione che la schiera degli scettici è numerosa. Ebbene, di questa presentazione e dei risultati illustrati, si è avuta uno scarso riscontro sui giornali con piccoli trafiletti “nascosti” e nessuna informazione dalle TV. La notizia del New York Times ha subito lo stesso trattamento.
TimeStars – E’ un problema della stampa italiana o è un fenomeno internazionale?
Crescenti – E’ un problema di tutto il mondo. Dietro le tesi dei catastrofisti si muovono interessi enormi che neanche riusciamo ad immaginare. Il potere economico che condiziona quello politico e anche quello mediatico, è pertanto votato a sostenere le tesi catastrofiste, a danno della comunità. Il Protocollo di Kyoto è secondo me il più grande imbroglio a danno di tutti.
TimeStars – Quali sono le condizioni del nostro pianeta?
Crescenti – Il nostro Pianeta non ha nulla da temere in merito al riscaldamento globale: le variazioni climatiche ci sono sempre state anche quando le attività umane erano praticamente nulle, e pertanto continueranno ad esserci. E qui non bisogna confondere il riscaldamento globale con l’inquinamento. Il primo è “globale”, il secondo è localizzato e limitato alle aree in cui si sviluppa. Questo non significa che dobbiamo inquinare ma che si tratta di due problemi differenti. Bisogna ricordare che la CO2 non è un gas inquinante, ma al contrario è fondamentale per la vita sul nostro Pianeta.
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