Emissioni di gas in prossimità delle Formiche di Montecristo: i risultati delle indagini dell’INGV
Continuano le indagini nel tratto di mare tra le isole di Montecristo e Pianosa per comprendere il fenomeno di degassamento segnalato il 16 marzo scorso da un gruppo di pescatori della zona che si trovavano a meno di mezzo miglio dalla colonna di acqua scura, gas, fango e detriti che si è alzato dal mare per almeno dieci metri. «Era potente, ininterrotto – racconta Alessandro Ricci, pescatore professionista della flottiglia di Marina di Campo (Isola d’Elba) che ha assistito alla scena assieme a una decina di colleghi – il getto aveva un’ampiezza di 50-60 metri quadrati. È andato avanti cosi per oltre venti minuti, poi ha perso intensità. Non sapevamo se scappare, ma alla fine io e i miei colleghi siamo rimasti a guardare quello strano spettacolo della natura».
Il Dipartimento di Protezione Civile ha incaricato l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di compiere indagini per comprendere l’ampiezza e le caratteristiche del fenomeno. I sorvoli, effettuati dalla Capitaneria di Porto con rilevazioni con telecamera termica, hanno evidenziato che le emissioni gassose non sono associate a variazioni di temperatura localizzate. Le analisi chimiche dell’acqua di mare, svolte dal gruppo geochimico dell’INGV di Napoli, hanno messo in evidenza un importante aumento della concentrazione di metano.
L’ispezione con mezzi sottomarini a controllo remoto, condotta dal personale INGV di Portovenere, non ha individuato anomalie termiche localizzate. Dai risultati si è quindi potuto escludere che il degassamento avesse origine vulcanica. L’insieme degli elementi permette di restringere il campo delle ipotesi, indicando che si tratti di un fenomeno di tipo “vulcano di fango” in cui grandi quantità di metano fuoriescono in maniera vigorosa.
Al momento l’area è interessata solo da un degassamento diffuso di modesta entità. L’INGV continuerà le ricerche per determinare l’estensione dell’area interessata e meglio comprendere la genesi del fenomeno osservato. Intanto la Capitaneria di porto di Portoferraio che, con un’ordinanza emessa sabato 18 marzo in seguito alla segnalazione della Protezione civile, ha vietato l’accesso alle imbarcazioni entro il raggio di cinquecento metri dal punto in cui si è verificata l’emissione di gas (42° 23.7′ Nord; 010° 05.6 Est). Una precauzione per «garantire al massimo la sicurezza della navigazione, in attesa che siano completati gli approfondimenti scientifici necessari», ha spiegato il capitano Riccardo Cozzani.
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