Come si forma, si cancella, e resiste al tempo la nostra capacità di ricordare eventi, persone, luoghi e date? Uno studio statunitense, pubblicato sulla rivista scientifica “Neuron” svela i processi celebrali che consentono di interfacciarci con gli altri e di vivere nell’ambiente che ci ospita senza incorrere in spiacevoli disavventure.
Sono tre i diversi studi che hanno portato i ricercatori alle medesime conclusioni. E’ grazie alle migliaia di cellule cerebrali che ogni giorno nascono che gli eventi e gli altri accadimenti percettivi vengono stampati nella memoria.
Tutto questo è stato rilevato grazie alla simulazione al computer di due diversi gruppi di scienziati. Uno californiano e l’altro australiano. Secondo questi studi, non siamo in grado di ricordare esattamente cosa sia successo per esempio il 20 dicembre 1999, ma siamo in grado di individuare il periodo con riferimenti precedenti e posteriori.
Questa capacità mnemonica sarebbe possibile grazie ai neuroni che ricoprirebbero il ruolo di veri e propri registratori e che consentirebbero anche i collegamenti tra diversi eventi di diversi giorni qualora informazioni necessarie a quello che si sta compiendo possano essere o rivelarsi utili alle nostre azioni.
Ma la ricerca è andata oltre, arrivando a individuare una differente localizzazione per due dei tre tipi di memoria di cui il cervello dell’essere umano dispone: la memoria a breve e a lungo termine.
Il magazzino della memoria a lungo termine, quando attivato, farebbe rilevare un’attività crescente nella superficie celebrale del lobo frontale, temporale e della corteccia parietale. Gli effetti ultimi di questi studi potrebbero portare benefici nello studio di patologie gravi della memoria e conseguentemente del comportamento come l’Alzheimer.
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