Banchi di pesci-robot potrebbero essere presto gettati nel Tamigi con una missione: tracciare una mappa dell’inquinamento del fiume di Londra. Ricercatori dell’Universita’ dell’Essex, spiega l’Evening Standard, stanno lavorando sulla messa a punto del ‘robofish’ (modellato su un pesce-robot gia’ messo in mostra nelle vasche dell’acquario di Londra) nell’ambito di un progetto da 2,5 milioni di sterline finanziato dell’Ue che vuole trovare nuovi modi monitorare l’inquinamento delle acque.
I primi verranno testati in alcuni porti per seguire gli scarichi inquinanti delle navi. Ogni pesce-robot sara’ lungo circa 50 cm e alto 15, e avra’ al suo interno sensori che rilevano agenti inquinanti; saranno dotati di meccanismi che consentono di lavorare in branco senza aver bisogno di comandi umani.
Usando tecnologia wi-fi e sistemi gps, i robofish – che si muovono grazie alle oscillazioni del corpo, animato da un motore con un’autonomia di 24 ore – comunicheranno tra loro e conosceranno la posizione di ognuno: quando verranno rilevati gli inquinanti, manderanno un segnale ai tecnici che ne seguono il lavoro e agli altri pesci.
”Ogni branco sara’ composto da cinque pesci… quando rileveranno la presenza di inquinamento, avvertiranno i compagni, che convergeranno in quella determinata zona per raccogliere dati”, ha spiegato Dongbing Gu, che guida l’equipe di scienziati. Dalle informazioni provenienti dai robofish si creera’ una mappa istantanea a 3 dimensioni della zona inquinata, consentendo una rapida decisione su come ripulirla.
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